Lavorare per un algoritmo. Blockchain e la rivoluzione copernicana del mercato del lavoro

Il capitolo approfondisce come l’evoluzione tecnologica sia divenuta l’indiscussa protagonista del processo di trasformazione che negli ultimi anni sta rivoluzionando il diritto del lavoro. I temi della digitalizzazione della produzione e dell’introduzione di dispositivi intelligenti all’interno dei tradizionali modelli produttivi recano, infatti, un considerevole impatto non solo sull’organizzazione del lavoro ma anche sulla valorizzazione delle competenze tecnologiche dei prestatori di lavoro. È dunque necessario un mutamento di prospettiva, che muova dall’urgenza di avvicinare la tradizionale vocazione protezionistica del lavoratore ai mutamenti che la tecnologia digitale oggi reca nella realtà lavorativa. Sempre più frequentemente, infatti, l’organizzazione del lavoro è affidata, nei sistemi di produzione digitali, ad un algoritmo, che regge l’intera infrastruttura digitale, come nel sistema blockchain, e promuove la disintermediazione nell’incontro fra domanda ed offerta di lavoro individuando il lavoratore maggiormente adatto allo svolgimento dei compiti richiesti secondo un meccanismo di recruitment digitale basato su dati trasparenti ed immutabili. Tramite la programmazione degli smart contracts, è inoltre possibile perseguire l’obiettivo di snellimento dei rapporti giuridici su cui si regge l’impresa, nella realizzazione di un paradigma di efficienza e semplificazione della realtà aziendale tanto nei rapporti interni, con i prestatori di lavoro, quanto nei rapporti esterni, con clienti e fornitori. Consapevoli di tali mutamenti, i Governi nazionali stanno iniziando ad introdurre i primi interventi a sostegno della digitalizzazione del sistema produttivo, onde evitare che l’apparato di tutele del prestatore di lavoro e le relazioni industriali vengano sopraffatte dalla velocità con cui l’innovazione scientifica sta plasmando sempre più rapidamente il rapporto di lavoro.